Disfunzioni sessuali, proviamo a fare chiarezza.

Cosa e quali sono le disfunzioni sessuali? La nuova edizione del DSM V, manuale diagnostico tra i più utilizzati, apporta delle modifiche alla classificazione, precedentemente in voga, dei disturbi sessuali.
Per prima cosa li suddivide in tre categorie distinte: le Disforie di Genere, le Parafilie, le Disfunzioni Sessuali.
Per quanto riguarda le disfunzioni sessuali, viene deciso che i sintomi devono essere presenti da almeno 6 mesi ed avere una frequenza del 75% -100%, cioè devono presentarsi quasi in ogni rapporto e creare un significativo stress.


Disfunzioni sessuali femminili. Sintomi:

  1. disturbo dell’interesse e dell’eccitazione (disturbo del desiderio e disturbo dell’eccitazione),
  2. disturbo da dolore/penetrazione genitopelvico (dispareunia e vaginismo)
  3. disturbo dell’orgasmo femminile

Disfunzioni sessuali maschili. Sintomi:

  1. disturbo da desiderio sessuale ipoattivo, re-introdotto per gli uomini
  2. disturbo da eiaculazione ritardata
  3. disturbo erettile
  4. disturbo dell’eiaculazione precoce
Terapia di coppia: quando arriva il momento di affidarsi a uno specialista?


Perché una coppia si rivolge ad uno specialista? Perché si rende conto che ha bisogno di un aiuto per affrontare un periodo particolarmente difficile della loro relazione.

Quali possono essere i fattori scatenanti?

Tradimento.

La coppia è disposta a riprovarci ed andare avanti, ma non sanno bene come elaborare ed affrontare i contenuti emotivi della situazione. La volontà di riprovarci deve fare i conti con la rabbia, la frustrazione, il dolore; il partner tradito si chiede perché è stato tradito, cosa ha portato il proprio compagno verso l’altro, cosa non funzionava nel loro rapporto,si chiedono se hanno delle colpe. Chi ha tradito non sempre è consapevole di cosa l’ha spinto tra le braccia di un’altra persona. Attraverso la terapia di coppia si può decidere se rimanere insieme e ricostruire un nuovo rapporto, utilizzando le basi che hanno creato nel tempo e scoprendo nuovi stimoli per evolvere.

Separazione

Quando una coppia decide di lasciarsi, soprattutto se ci sono figli, dovrebbe impegnarsi nel divorziare nel modo migliore possibile. Cosa semplice a dirsi un po’ meno da farsi, sono da tenere di conto i rancori e le vecchie ferite.

Nascita figli

Bisogna abituarsi ai nuovi ritmi di vita, prendersi cura del nuovo arrivato e non sempre c’è spazio per la coppia, che può entrare in crisi.

Disfunzioni sessuali

Disfunzioni, che ci tengo a sottolinearlo, non devono essere di origine organica, altrimenti sono di competenza medica.

I "Giochi di Berne" spiegati in breve.

Berne, in “Ciao e…poi?”, spiega che gli esseri umani tendono a strutturare il proprio tempo in relazione con l’altro per rispondere a tre bisogni:

  • bisogno di stimoli o sensazioni
  • bisogno di riconoscimento
  • bisogno di struttura

per soddisfare i bisogni suddetti l’uomo tende a strutturare il proprio tempo principalmente in sei diversi comportamenti

  1. isolamento
  2. rituali
  3. passatempi
  4. attività
  5. giochi
  6. intimità

Di particolare importanza per il lavoro dello psicoterapeuta è distinguere fra i passatempi ed i giochi. Berne li distingue, anche se non molto chiaramente, quando definisce i passatempi come un modo per conoscere meglio gli altri ed aspettare che il tempo passi in attesa di altro; Berne scrive inoltre che il passatempo può essere un’azione di osservazione che fanno i giocatori prima di iniziare a giocare. I passatempi possono dar luogo a dei giochi, ma non esclusivamente i giochi partono dai passatempi.

Il gioco, invece, viene definito in “A che gioco giochiamo?” come una serie di transazioni ulteriori complementari rivolte ad un risultato ben definito e prevedibile. Sempre nello stesso libro Berne definisce il gioco come “fondamentalmente sleale e la conclusione ha un elemento drammatico e non semplicemente emozionante”.

Lo stesso Berne pensa sia utile rappresentare la dinamica dei giochi grazie al triangolo drammatico di Karpman.

Magrograssi, in “I giochi psicologici in Analisi Transazionale”, dà una sua definizione di gioco che ho trovato molto interessante ed esaustiva e che qui di seguito riporto: “il gioco è una modalità ripetitiva, inconsapevole e riconoscibile a posteriori dai protagonisti, portatrice di sofferenza psichica per i partecipanti. In esso la capacità autoriparatrice della mente umana si mette al servizio del tentativo di riabilitazione della propria immagine svalutata (nel presente soprattutto a se stessi) attraverso un intreccio di azione competitiva e di esercizio di potere. Nel gioco subentrano da parte dei partecipanti modalità di rapporto immature che si manifestano con un’espressione di superiorità aggressiva od oblativa ovvero di inferiorità e sottomissione (triangolo drammatico) favorite dalla manifestazione di emozioni sostitutive, emozioni cioè stereotipate, poco autentiche e non congruenti col contesto reale, che sono caratteristiche ripetitive del copione personale. È un processo circolare e interattivo che attraverso una escalation simmetrica competitiva culmina con emozioni “forti” per entrambi i giocatori”

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